Tra montagne, laghi e vigneti, nella splendida cornice altoatesina non dimentichiamoci il vitigno che tinge di rosso la valle dell’Adige… quindi spazio al lagrein.
Proprio un anno fa ero in Alto Adige per trascorrere un week end di relax tra visite a cantine e degustazioni: da Termeno a Merano, passando per San Michele Appiano, Caldaro e il suo spettacolare lago abbracciato dai vigneti. Un viaggio che consiglio a tutti gli amanti del vino!
Oltre a degustare gli indiscussi protagonisti bianchi, non volevo lasciare indietro i vini rossi: eccellenti e avvolgenti pinot noir, equilibrati merlot e cabernet sauvignon…ma anche l’autoctono lagrein. Vitigno che a volte passa in secondo piano, un po’ nascosto dagli internazionali a bacca nera più conosciuti e blasonati, ma che sa esprimersi oltre la sua iniziale rusticità in vini eleganti, sia rossi strutturati e tannici (Lagrein Dunkel), che in rosati intensi ed equilibrati (Lagrein Kretzer).
Eppure fino al XVIII secolo il termine “Lagrein” si riferiva al lagrein bianco, varietà oggi scomparsa dalla quale si producevano vini bianchi nella zona compresa tra Termeno e Bolzano. Alcuni studiosi ritenevano che il nome lagrein derivasse da “lagarino” e quindi situavano l’origine del vitigno nella Val Lagarina. Diversi studi hanno invece confermato l’origine del vitigno a bacca nera proprio nel cuore dell’Alto Adige molto probabilmente nei pressi di Bolzano, più precisamente nell’area di Gries dove fino a cento anni fa dominava incontrastato. Con il ridimensionamento dei vigneti a seguito dell’espansione della città, il lagrein ha rischiato di scomparire finché negli anni Settanta è stato riscoperto e rivalutato.
Oggigiorno i vigneti del comune di Ora (a sud del capoluogo e vicino a Termeno), di Piano e Recio (zone orientali di Bolzano) assieme ai vigneti storici di Gries, sono quelli che si distinguono maggiormente per la produzione qualitativa.
Caratterizzato da vigoria e produttività elevata, il lagrein necessita di terreni calcarei-argillosi con presenza di ghiaia nel sottosuolo. Per raggiungere la sua maturazione piuttosto tardiva, predilige forme di allevamento tradizionale come la tipica pergola trentina, anche se di recente sono stata introdotte forme di allevamento a spalliera. I suoi acini, che presentano una buccia consistente, spessa e di colore blu-nera, sono ricchi di polifenoli, sia antociani (che conferiscono un colore scuro e profondo) che tannini, e mantengono un’elevata acidità fissa. Da recenti studi genetici emerge che il lagrein sia strettamente imparentato con il syrah, con il vicino teroldego del Trentino e con il marzemino.
La maggior parte della produzione a base di lagrein avviene all’interno dell’Alto Adige/ Südtirol DOC, la quale, solo per il Lagrein Dunkel prevede anche una versione Riserva, se invecchiato per almeno due anni.
Alto Adige DOC Lagrein Kretzer 2018 – Hofstätter
Rosa cerasuolo profondo, all’olfatto è fine, declinando note di rosa canina e granatina, accompagnati da arancia rossa e foglie di alloro. Al gusto è morbido e fresco, dotato di equilibrio e finezza.
Alto Adige DOC Lagrein Riserva “Barbagól” 2016 – Laimburg
Rosso rubino scuro, all’olfatto è intenso, si apre con ciliegia e yogurt, a cui seguono geranio, un accenno di inchiostro e infine un lieve affumicato. Al gusto si nota subito la struttura alcolica, compensata da una marcata freschezza e un tannino addomesticato ma presente; persistente ed elegante.