Romana di Roma ma con origini nella mediterranea Sicilia che in tema di mangiare e bere bene, non trova davvero eguali nel mondo.
Piacevolmemente aggrappata alle tradizioni gastronomiche nostrane, ammette che da ragazza quando “bigiava” la scuola restava a casa a cucinare.
Alle superiori era sempre lei che, nelle serate in comitiva, si dilettava a cucinare e a sfornare prelibatezze per far felici i suoi amici.
“Non so davvero quante ore io abbia passato incantata davanti alla TV sintonizzata sul canale del Gambero Rosso, ho imparato a memoria tutte le ricette di quei bellissimi programmi” – mi confida durante la nostra video-call.
Ma a suscitare la mia curiosità è anche un’altra passione che Francesca ha saputo coltivare: la recitazione.
Con l’approccio di chi ama fare le cose per bene e non vuole lasciare nulla al caso, Francesca si iscrive ad una scuola di recitazione. Studia, prova, ottenendo diversi ruoli da protagonista in celebri rappresentazioni teatrali.
Adora quel momento in cui, salendo sul palco, avverte che il pubblico vuole godersi lo spettacolo e lei, insieme alla sua compagnia, non deve fare altro che alzare il sipario e accontentarlo.
Decide di cimentarsi anche nel doppiaggio, dove un attore ha solo la voce per immedesimarsi nel ruolo e nel corpo del suo personaggio.
Il bisogno di esprimere le proprie emozioni sul palco e il contatto diretto con il pubblico danno molte gioie ma anche qualche sofferenza e così, nel 2010, Francesca si rende conto che un ciclo è terminato, che quel percorso le ha donato tutto quello di cui aveva bisogno per avanzare ad un livello successivo.
Decide di “uscire di scena” in quello che sarà il suo ultimo spettacolo, si prende un anno sabbatico per occuparsi di tutt’altro iniziando a collaborare con alcune major companies nel campo delle telecomunicazioni.
L’incontro con lo chef Sandro Masci e la partecipazione alla sua scuola di cucina, Les Chefes Blancs nel 2015, saranno determinanti per la sua formazione e le sue scelte professionali.
Francesca inizia ad organizzare cene a domicilio, si sobbarca faticose alzatacce per lavorare in un laboratorio di cucina e consolidare le tecniche per ottenere la sua idea di cucina moderna che non è solo immagini accattivanti ma sostanza, professionalità e competenza.
Come ti piace definirti? Personal Chef, Cooking Shower, Chef Ambassador…
Quelle sono le etichette che servono ad inquadrare chi sei nel mondo dei “social” ma io mi definisco molto più semplicemente una donna che ama cucinare. Mi piace essere generosa nel dare forma a miei piatti ma anche nel trasmettere le cose che ho imparato alle persone che decidono di partecipare ai miei corsi, a coloro che mi seguono quotidianamente sui social (più di 21.000 followers solo su Instagram – ndr) o vengono alle cene che organizzo nei ristoranti della capitale.
Hai citato i social, come è stato il passaggio dalla cucina tradizionale a quella “social”?
Dopo aver studiato tanto e completato la mia preparazione professionale ho deciso nel 2017 di provare a cimentarmi nelle preparazioni dei miei piatti direttamente sui social, per capire cosa ne pensassero le persone e ovviamente per investire su ciò che stavo realizzando.
I primi piatti sponsorizzati su Facebook hanno avuto un buon successo e così ho proseguito su Instagram che a mio avviso oggi e il miglior veicolo promozionale per questo tipo di attività: semplice, intuitivo e diretto.
Se devo dirti la verità, però, è molto con il passaparola che raggiungo i miei nuovi clienti, soprattutto per quanto riguarda il Personale Chef.
Strumenti moderni ma con tecniche antiche…il passaparola!
Esattamente! Le persone che decidono di chiamare un Personal Chef per organizzare una bella cena a casa, hanno delle aspettative molto alte poiché sanno di spendere una cifra considerevole. Quindi oltre alle bellissime foto dei miei piatti quello che il cliente valuta sono la bontà delle cose che cucino e la qualità del servizio, se rimane deluso non ti richiama…punto. Se invece rimane contento, apprezza il tuo stile e la tua filosofia allora si fidelizza, lo racconta ad un amico, ad un parente e ti consiglia per quella cena o per quell’evento. Succede così anche con tanti produttori del food con cui sto venendo a contatto in questi mesi: provano un mio piatto ad una cena e mi contattano per collaborare insieme.
Oltre alle foto accattivanti dei tuoi piatti anche una gradevolezza nell’aspetto aiuta?
Inutile nasconderlo, avere una fisicità gradevole, un bel sorriso, un tono giusto con cui raccontare le cose che faccio sono tutti strumenti che permettono di “rompere il ghiaccio”. Fare cucina è pure sempre un momento di contatto, di scambio se vuoi. Quindi si, tutto questo aiuta ma poi, come ti dicevo prima, servono i contenuti e le competenze altrimenti tutto svanisce molto rapidamente.
In questo, i tuoi anni di formazione teatrale e lo studio del doppiaggio ti sono tornati utili?
Certamente, siamo il risultato di quello che abbiamo costruito nel tempo. Mi piace poter entrare in empatia con le persone che conosco. Se pensi a quanto possa essere “intimo” e profondo far entrare nella propria cucina uno sconosciuto a cucinare…per noi italiani poi!
Come è la tua giornata?
Prima del Covid avevo settimane piene con i weekends impegnati in eventi, cene a domicilio, cooking show e corsi.
Ho avuto la possibilità di partecipare anche a diverse “competizioni” tra chef nazionali come il Chianti Gourmet Festival 2019 dove mi sono divertita moltissimo e (aggiunge con un delicato sorriso – ndr) ho anche vinto il primo premio dopo un’attenta valutazione di un giuria altamente tecnica fatta di critici e chef stellati.
Dopo la fine del primo lock-down invece ho lavorato molto con le cene a domicilio, nei ristoranti ed anche sui social. Purtroppo tutto il calendario di eventi, cooking show e fiere è completamento saltato.
Ora in questa nuova fase ne approfitto per studiare, tenermi aggiornata e proseguire con i miei studenti da remoto.
Corsi on line e quelli dal vivo…cosa ne pensi?
Credo che l’evento negativo della pandemia abbia funzionato da diffusore-acceleratore per una nuova forma di “aggregazione” che in questo mestiere non era ancora cosi diffusa. La realtà dei corsi on line, però, non può e non deve sostituire la didattica tradizionale nelle cucine vere e proprie dove si può stare a stretto contatto con i tuoi discenti. La parte emozionale, il contatto per me e per loro sono fondamentali.
Vedo che questi mesi li hai usati anche per scrivere il tuo primo libro: ”Semplicità complessa”.
Il sogno di scrivere era nel cassetto e poi molti amici e persone che partecipano ai corsi o mi seguono sui social mi chiedevano sempre dove potevano trovare le mie creazioni. Quindi scrivere un libro di ricette è venuto di conseguenza.
Per il titolo ho preso spunto da una frase di Giancarlo Perbellini (tra i massimi rappresentanti della cucina di eccellenza in Italia e nel mondo – ndr) perchè penso che ogni piatto possa essere replicato in modo semplice anche se la ricetta è complessa, l’importante è avere qualcuno che riesca a trasmetterla, a comunicarla senza troppi filtri.
Quindi a chi è rivolta questa tua prima raccolta?
Ma credo un po’ a tutti: agli appassionati della buona cucina, agli operatori del settore che amano sperimentare cose nuove o migliorare la propria preparazione, ma anche solo a chi vuole cimentarsi una tantum nel preparare un buon piatto…semplicemente.
Quello che dico a tutti è scarabocchiatelo, usatelo, vivetelo…io ci ho messo la mia passione nel farlo ora dovete metterci dentro la vostra nell’usarlo!
Cosa ami di più di quello che fai oggi?
Il contatto con le persone e la possibilità che questo mestiere mi da di conoscerne sempre di nuove. Credo che tutta la mia vita e le mie esperienze precedenti, come il teatro ed il doppiaggio, abbiano avuto sempre lo stesso fil rouge: i legami che si creano e le energie che si sviluppano quando sto insieme agli altri.
Il prossimo progetto?
Oddio non lo so . Di certo non posso e non voglio fermarmi, sono solo all’inizio. Ora mi godo il momento e attendo che la situazioni migliori e si possa tornare a fare eventi e manifestazioni ovunque. Ne approfitto per andare avanti con i corsi on line, per studiare e approfondire nuove idee. Questo mestiere è cosi, non devi mai pensare di essere arrivato.
La famiglia ti sostiene? Loro amano ciò che fai?
Ho la grandissima fortuna di avere due figlie stupende (Chiara di 17 anni e Sofia di 13) che sono le mie social media manager e sono molto contente di ciò che faccio. E poi ho un compagno molto paziente, come ti dicevo, a regime non ci sono né feste né weekend.
Insomma una donna affermata e felice…nessuna nota stonata?
Devo essere sincera è un momento molto positivo per me. Poi chiaramente ho miei momenti “no” come quando capita di ricevere qualche attacco o qualche critica fatta per invidia, quelle mi fanno rimanere un po’ male. Allora mi guardo dall’esterno e penso che Francesca è una persona corretta e leale…ma non è una sprovveduta ed è consapevole di chi è realmente, allora tutto passa!
Un’ultima domanda: qual è il tuo piatto preferito o quello al quale sei più legata?
La cacio e pepi misti. Questo è un piatto per me molto importante, esprime al meglio la mia idea di Semplicità Complessa.
Fatta e studiata più volte, non riuscivo ad avere la giusta cremosità. Un giorno mi sono messa sotto e dalla mattina alla sera ho provato a farla; decine di tentativi per riuscire ad ottenere il risultato che volevo: con un brodo di pepi, con la risottatura della pasta e la pasta densa di pecorino e molte altre varianti ma alla fine ho realizzato il piatto che volevo.
Quello che rispondo sempre, a tutte le persone che mi chiedono come diventare cuoco o personal chef è che solo con lo studio, la determinazione ed il talento che si ottengono dei risultati. Quel giorno di prove su prove, anche mortificanti, non lo dimentico e non dimentico il mio stato d’animo, la tenacia e la forza che ci ho messo.
Siamo al tempo dei saluti, lascio Francesca perché a breve ha una diretta su FB, deve preparare una lezione per due allievi e sta lavorando ad un evento per un pranzo natalizio nella Città Eterna per festeggiare con tutti quelli che avranno il piacere e la voglia di provare le sue creazioni dal vivo.
Poco dopo mi arriva un suo messaggio: “Andrea scusa se ti rompo” – “Ma figurati dimmi tutto Francesca” – “Una cosa volevo dirti ancora…ci tenevo” – “Ma certo, ti ascolto” – “Ecco…sai, in questi ultimi anni ho capito che adesso il sorriso di chi mangia un mio piatto mi emoziona di più di un applauso del pubblico”.