Alla ricerca dei tesori enologici del Garda tra borghi medioevali e porticcioli, alte scogliere, rigogliosi boschi e dolci colline baciate dal sole dove sorgono vigneti e uliveti che vedono e sentono il lago più grande d’Italia.
Il lago di Garda o Benaco (dal latino Benacus) è di origine glaciale, circondato dalle Alpi a Nord e da diversi anelli di colline moreniche che lo separano a Sud dalla Pianura Padana.
I Romani introdussero la viticoltura e già dal I secolo d.C. il vino gardesano, chiamato vino retico, era apprezzato e diffuso come ci conferma Plinio il Vecchio nel Naturalis Historia. Sulle rive del Lago di Garda vite e ulivo si contendono la supremazia del territorio grazie al clima sub-mediterraneo che influenza tutto il bacino e le aree limitrofe. La viticoltura è presente nelle zone centrali e meridionali di entrambe le sponde; proprio nella zona meridionale si sviluppa un grande anfiteatro morenico: si susseguono cerchi collinari alternati con piccole aree pianeggianti. Il terreno morenico formatosi con le glaciazioni è caratterizzato da alternanza di ghiaia, sabbia e argille.
Diverse denominazioni d’origine e IGP si incrociano e sovrappongono condividendo spesso gli stessi vitigni e le stesse menzioni. L’estesa Garda DOC copre tutta la sponda orientale del lago fin’ oltre Verona, i paesi del mantovano vicini al lago e tutta la sponda bresciana; qui si producono vini bianchi, rossi e rosati da vitigni internazionali e tradizionali. Solo sulla sponda bresciana, la Riviera del Garda Classico DOC valorizza vini bianchi freschi e agrumati a base di riesling e/o riesling italico, chiaretti e rossi dai tradizionali groppello, marzemino, sangiovese e barbera.
In questo e nei prossimi articoli scopriremo uno a uno i tesori del “cuore mediterraneo del Nord Italia”: San Martino della Battaglia, Valtènesi, Bardolino e l’immancabile Lugana.
San Martino della Battaglia
Nella zona meridionale del Lago di Garda (nel cuore della Lugana) sorge San Martino della Battaglia, famosa per la monumentale torre eretta a memoria della battaglia che qui si svolse nel 1859 durante la Seconda Guerra d’Indipendenza.
In mezzo a tanti vigneti dedicati al trebbiano di Lugana (turbiana) resiste da più di due secoli l’allevamento del friulano qui detto tuchì. Introdotto durante la dominazione della Serenissima un po’ per esperimento e un po’ per sostituire la turbiana in quelle parcelle di terreno con minor concentrazione di argille, è un vitigno caratterizzato da maturazione precoce che si esprime in vini dotati di buona acidità, elevata mineralità e dal tipico gusto ammandorlato. Assai rara e di pregio (ormai introvabile) è la tipologia Liquoroso, vino ottenuto da uve surmature che dopo essere stato fortificato, elevato in barrique e affinato per alcuni anni ci regala un vino dai sentori di miele e albicocca matura, un gusto amabile, morbido e dal piacevole finale ammandorlato.
San Martino della Battaglia DOC 2018 – Patrizia Cadore
Giallo paglierino intenso, all’olfatto si esprime in note di agrumi e mandorla, seguite da margherita e salgemma. Al gusto è caldo, ma bilanciato da un’ottima sapidità e acidità; intenso e persistente per un risultato di qualità. 91/100
San Martino della Battaglia DOC “Campo del Soglio” 2018 – Podere Selva Capuzza
Giallo paglierino brillante, all’olfatto evidenzia un bouquet di lime, finocchio, tulipani bianchi e sul finale l’immancabile mandorla accompagnata da sentori minerali. Al gusto è un assaggio caldo e sapido ma che non nasconde la freschezza sul finale; buona struttura e persistenza confermano la sua finezza. 92/100