L’insegnamento della storia e della cultura del vino già dalla scuola dell’obbligo è stato oggetto di dibattito all’attenzione del governo durante innumerevoli legislature. Anni fa ci fu il celebre tentativo del Sen. Dario Stefàno, recentemente se ne è nuovamente occupato l’On.Brunetta.
Molti nomi illustri del settore vino la vivono da sempre come una vera e propria crociata.
Senza ombra di dubbio è una materia scottante perché i vari disegni di legge sono stati perfino oggetto di proteste
Il paradosso è che, i detrattori che si sono opposti alla divulgazione dei precetti di uno dei settori più produttivi del paese (nonchè invidiati al mondo) abbiano pensato che, la stessa, potesse rappresentare un’incitazione al consumo di alcolici.
In effetti è proprio il contrario. Gli intrepidi pasionarios che hanno portato la questione fino in parlamento tra mille difficoltà, non volevano che dimostrare l’importanza di un prodotto di inestimabile qualità così fortemente intrecciato alla cultura del Paese.
Le nostre scuole di specializzazione, di tecnica agraria o istituti alberghieri, sono senz’altro uno strumento fondamentale per creare un ricco vivaio che si prenda cura della filiera agricola ed enogastronomica in Italia. Tuttavia, negli istituti scolastici, è ancora tristemente assente il lato romantico della storia del vino, così inveterato nelle radici Italiane.
Insegnare la cultura del vino a scuola, anche a chi non ha intenzione di intraprendere questa professione, avrebbe comunque un grande significato ai fini della valorizzazione e consapevolezza del patrimonio del Paese.
L’insegnamento della cultura del vino nella scuola pubblica, una storia sentimentale ed incredibile.
In Francia, esiste un esempio incredibile di patriottismo a tutela delle tradizioni e valorizzazioni locali: una intuizione che ha avuto un uomo più di un secolo fa.
La favola ha avuto luogo in Aquitania, nella splendida cornice dello Chateau La Tour Blanche, AOC Sauternes classificato come premier cru in seconda posizione, dopo il leggendario ed unico premier cru Superieur Chateau d’ Yquem.
La particolarità della storia di questo Chateau, fiabesco e misterioso come la più consolidata tradizione architettonica bordolese richiede, nasce col nome di Daniel Iffla detto Osiris.
Osiris divenne proprietario della tenuta nel 1876 e grazie alle sue disponibilità economiche e la sua affinità col mondo del vino pregiato fece svariate opere di filantropia ed aiutò in modo importante l’astro nascente della chimica Louis Pasteur.
Nel 1907 Iffla morì, ed essendo privo di eredi, nelle sue volontà testamentarie segnalò lo stato Francese come beneficiario dello Chateau. L’unica condizione che indicò, fu che lo stato si sarebbe dovuto adoperare per creare una scuola del vino sul sito.
La sua volontà fu rispettata. La scuola venne fondata ed è tutt’oggi operativa. Attualmente il nome dell’istituto è: Lycèe Professionnel La Tour Blanche.
Gli studenti vengono formati in materie relative al mondo dell’eno-gastronomia e possono mettere in pratica gli studi enologici ed agronomici nei 42 ettari di vigna dello Chateau.
Un esempio che sarebbe bello poter emulare.
Sebbene le possibilità di assistere a scenari analoghi sia remota, l’augurio è di vincere la battaglia ed inserire la cultura del vino nei programmi didattici delle prossime generazioni.
Rendere la materia accessibile già in età precoce potrebbe far innamorare gli studenti di un settore così bello ed allo stesso tempo potrebbe essere formativo, qualora la passione si dovesse evolvere, per i professionisti del futuro. La storia testimonia che già nel corso dell’800 si era intuita la proficuità dello studio di una materia così affascinante ed ancestrale.