Qualche mese fa, mentre stavo distrattamente guardando le stories di Instagram, mi sono imbattuto in un video di un amico che si stava chiedendo se fosse il caso di aprire una bottiglia di Grange Penfolds 1974.
Istantaneamente l’ho contattato, conoscendo per esperienza diretta l’iconico vino Australiano, sapevo perfettamente che sarebbe potuta essere una bottiglia memorabile.
Non si era reso conto del piccolo tesoro che aveva tra le mani, mi disse che l’aveva trovata nella credenza degli zii ai quali fu regalata tempo addietro da qualche lontano parente del nuovissimo mondo.
Dalle foto che vidi e dalla sua descrizione, mi resi conto che molto probabilmente il vino ormai era da buttare. Oltretutto mi confermò che era stato tenuto, tutti quegli anni, in verticale in quello stesso mobile della cucina dove l’aveva trovato. Poco male perché i legittimi proprietari non avevano la benché minima voglia di separarsene.
Perché vi ho raccontato questa storia?
Non voglio parlarvi dell’immenso quantitativo di bottiglie pregiate nascoste nelle cantine buie di qualche parente non più giovane, ma della loro conservazione.
Quando si entra in possesso di una bottiglia di vino estremamente longeva e/o prestigiosa, generalmente, si tende a metterla da parte.
Che si aspetti l’occasione giusta per stapparla, o semplicemente che il tempo la faccia arrivare alla sua massima maturazione, si è comunque di fronte ad un dilemma comune: come la preservo?
Ecco alcune raccomandazioni.
La risposta più ovvia e giusta sarebbe quella di riporla in una cantinetta refrigerata che la manterrà orizzontale, al riparo dalla luce, alla giusta temperatura ed umidità.
Ma chiaramente, vuoi per l’ingombro, vuoi per il prezzo o semplicemente per il numero esiguo di bottiglie da custodire, non tutti sentono la necessità di possederne una.
Il consiglio più banale, a questo punto, sembrerebbe quello di riporla nel fondaco, ma potrebbe non essere sempre la scelta vincente.
Spesso l’esposizione a sud fa si che la saracinesca trasformi quest’ultimo in un vero e proprio forno durante i mesi caldi, oltretutto chi vive in appartamento spesso non ne possiede uno proprio.
Le soffitte o mansarde sono sconsigliate per lo stesso motivo, a meno che non lo si voglia trasformare in Madeira.
Non resta quindi che conservare le bottiglie in casa.
Andrebbero tenute coricate per favorire il contatto del vino con il sughero, in questo modo, l’umidità permetterà al tappo di aderire in maniera ottimale al collo della bottiglia scongiurando l’ingresso del temuto ossigeno.
In realtà, discutendo con alcuni storici possessori di enoteche, ci si rende conto che la micro-evaporazione del vino gli permette di rimanere in verticale per qualche anno senza subire grossi danni.
Un altro fattore di estrema importanza è la temperatura.
Teoricamente quella ottimale si aggira tra i 12°C ed i 15°C, ma in casa è praticamente impossibile trovare un luogo che abbia questo range costante tutto l’anno.
Tenendo in mente che il calore sale verso l’alto, la soluzione più ovvia è quella di tenere le bottiglie dentro una scatola, magari di legno, il più vicino possibile al pavimento. Chiaramente non bisogna possedere un riscaldamento che passi al di sotto di esso e, durante le pulizie, ricordarsi di spostarle per evitare che gli odori dei prodotti penetrino attraverso il sughero.
Un altro accorgimento è quello di posizionarle al riparo dalla luce diretta sia artificiale che naturale, può sembrare un consiglio scontato, ma fate caso a quanti negozi “specializzati” espongono le bottiglie da vendere in vetrina. Non a caso le più professionali espongono i vuoti.
Al giorno d’oggi alcuni grandi ristoranti permettono, previo il pagamento di una piccola cifra per l’affitto, di noleggiare dello spazio all’interno della loro cantina.
Sulla stessa scia anche in Italia stanno nascendo le così dette “Cantine condivise”, veri e propri magazzini progettati ed adibiti a custodire le bottiglie dei privati.
Sicuramente non sono gratuite come tenere il vino a casa ma, quello che sborserete, sarà il prezzo della sicurezza di lasciare il prodotto ben custodito, il giusto pegno per poter gustare un buon Barolo, Brunello, Grand Cru francese, etc. al loro massimo splendore.
Che piaccia o meno, mercato e collezionisti speculano sulle vecchie annate delle grandissime bottiglie, quindi ci sarebbe anche il “rischio” di ritrovarsi con un piccolo tesoro.
D’altronde, se fosse stato tenuto in maniera idilliaca, che prezzo sareste stati disposti a pagare per poter assaggiare quel famoso Grange Penfolds del 1974?