Tra montagne, castelli e vigneti alla scoperta di una perla enologica sul tetto d’Europa
Il nostro viaggio nel mondo del vino oggi ci porta in Valle d’Aosta, regione piccola ma ricca di cultura, di microclimi, di terreni ma soprattutto di vitigni autoctoni. Seguiremo il corso della Dora Baltea, il fiume che percorre questa regione da nord-ovest a sud-est ed è il filo conduttore della sua produzione vitivinicola. Scopriremo i vini prodotti da una viticoltura eroica, fatta di tipiche pergole e di terrazzamenti aggrappati ai pendii all’ombra del Monte Bianco e del Cervino.
Come raccontavamo, la viticoltura valdostana si sviluppa lungo la stretta vallata della Dora Baltea, così che il 65% dei vigneti si trova in montagna.
La Valle d’Aosta è ricca di vitigni autoctoni che si trovano solamente in questa regione (qualcuno anche nel vicino Canton Vallese) che, grazie alle condizioni ambientali e al lavoro dei vegneron, sono sopravvissuti alla fillossera, alla peronospora e all’oidio.
La regione è anche un crocevia e punto di incontro fin dai tempi romani di Augusta Praetoria (Aosta), quindi non possono mancare vitigni francesi come chardonnay, gamay e syrah oltre a vitigni germanici come gewürztraminer e müller thurgau. Inoltre, è possibile trovare anche i vicini vitigni piemontesi.
È prevista un’unica doc “Valle d’Aosta/Vallèe d’Aoste”, comprensiva di tutte le tipologie produttive, che prevede 7 sottozone ben delimitate, oltre ai vini da monovitigno.
Seguendo la Dora Balte:
Alta Valle – I vigneti più alti d’Europa –
Ai piedi del Monte Bianco, nei comuni di Morgex e La Salle, la vite è coltivata dai 900 metri fino ai 1200 metri. Siamo ai limiti di sopravvivenza della stessa, attraverso terrazzamenti o sistemi a pergola bassa. A queste altitudini l’azione della fillossera è inibita, permettendo così che le viti siano a piede franco. In questi vigneti regna incontrastato il prié blanc, vitigno autoctono a bacca bianca, caratterizzato da un germogliamento tardivo e una maturazione precoce, che ben si adatta al clima alpino. Caratterizzato da una spiccata acidità e da delicati profumi floreali ed erbacei, questa varietà è impiegata per la produzione di rinfrescanti vini bianchi, piacevoli spumanti metodo classico e preziosi quanto dolci “vin de glace” da vendemmia molto tardiva, all’interno della sottozona Blanc de Morgex et de La Salle.
Chaudelune V.d’Aosta Blanc de Morgex et de La Salle Vendemmia Tardiva 2016 – Cave Mont Blanc
Giallo dorato con riflessi ambrati. All’olfatto rivela intensità e complessità che si esprimono in dolci note di pesche disidratate, confettura di fichi, seguiti da zenzero, miele e in finale da lievi note di cannella. Al gusto è dolce e morbido, equilibrato dall’eccellente freschezza e dalla piacevole sapidità; buona struttura e persistenza completano la sua finezza. 94/100
Centro Valle – Un mosaico di vitigni –
Scendendo lungo il corso del fiume, nei pressi di Arvier, la vallata tende ad aprirsi e proprio qui sorgono i principali centri abitati tra cui la verde Aymavilles, Aosta “la Roma della Alpi”, la suggestiva Nus, Fénis con il suo castello del XIV secolo, Chambave e la famosa Saint-Vincent. In questa zona troviamo moltissimi vitigni autoctoni a bacca nera, tra cui spicca il fumin, varietà riscoperta e valorizzata soprattutto in vini da monovitigno caratterizzati da colore profondo, sentori balsamici, ottima acidità e buon grado alcolico, che ben si adattano all’elevazione in barrique. Sempre tra gli autoctoni ci sono il petit rouge, il vitigno più coltivato in tutta la Valle d’Aosta; dotato di piacevole freschezza e note di violetta. Il vien de Nus, dal quale si ottengono vini dal gusto morbido ma delicato, il precoce mayolet e il vuillermin, varietà recuperata da poco nella zona di Chambave, dotata di una buona concentrazione di tannino. Non mancano anche i vitigni a bacca nera internazionali che si sono adattati con originalità alla zona: syrah, pinot noir, merlot, gamay e cornalin, quest’ultimo originario del Canton Vallese. Tra i vitigni a bacca rosa coltivati, oltre al pinot grigio (localmente chiamato malvoisie), nei dintorni del capoluogo è diffusa l’autoctona premetta, dalla quale si ottengono freschi vini rosati. In questa porzione della vallata i vitigni a bacca bianca coltivati sono lo chardonnay, vitigno alloctono che si è sposato a pieno con il terroir valdostano, dal quale si ottengono eccellenti risultati sia in vini bianchi giovani, che in vini bianchi evoluti in legno. Inoltre, il müller thurgau, il pinot bianco e il moscato bianco.
Molti di questi vitigni, alcuni da soli e altri in blend tra loro, sono utilizzati nelle 4 sottozone della Valle d’Aosta DOC previste in questa parte della vallata. Nella parte più alta del Centro Valle troviamo l’Enfer d’Arvier – vino rosso rubino dal profumo di rosa rossa e fragolina di bosco – dal gusto secco e caldo, ottenuto quasi interamente da petit rouge e allevato sugli impervi pendii assai esposti al sole. Da cui il nome “enfer”, ovvero inferno. Il Torrette si produce in un’area compresa tra 11 comuni, tra cui Aosta e Aymavilles, ed è il vino valdostano maggiormente prodotto. La base è sempre il petit rouge accompagnato da premetta e vien de Nus, il cui risultato è un vino rosso fresco e vellutato, più strutturato nella versione Superieur. Tra i comuni di Nus e Fénis, vengono prodotti il Nus, vino rosso ottenuto principalmente dal locale vien de Nus, caratterizzato da piacevoli note di lampone e da un gusto caldo, il Nus Malvoisie ricavato unicamente dal medesimo vitigno e prodotto anche in versione Passito. Andando verso la Bassa Valle incontriamo lo Chambave, vino rosso sapido e persistente, anch’esso eccellente espressione del petit rouge. Inoltre, lo Chambave Moscato, espressione aromatica secca del moscato bianco, presente anche in una dolcissima e pregiata versione Passito.
Valle d’Aosta Fumin 2014 – Maison Anselmet
Rosso porpora profondo. All’olfatto è intenso e fine, marcato da decise note di marasche in confettura e mirtillo rosso, seguite subito da tulipano, ginepro e un ricordo di pepe bianco. Al gusto è caldo ma bilanciato dalla freschezza e da un tannino elegante; strutturato e persistente, dimostra la sua armonia. 95/100
Valle d’Aosta Torrette 2018 – Grosjean
Rosso rubino intenso. All’olfatto libera subito sentori di rosa selvatica e mora, accompagnati da note di lavanda e sul finale un lieve ricordo di menta. Al gusto spiccano la stimolante freschezza e il tannino vellutato; struttura elegante e finezza evidenziano la sua qualità. 92/100
Bassa Valle – Vigna sulla roccia –
Dopo il paese di Saint-Vincent, la valle si restringe nuovamente e i vigneti tornano ad arrampicarsi sugli aspri pendii rocciosi. Arriviamo così a Pont-Saint-Martin, al confine con il Piemonte. Il vitigno a bacca nera più significativo della Bassa Valle è il picotendro (“piccolo e tenero” o “buccia tenera”), un biotipo di nebbiolo tradizionalmente legato a questo territorio, dal quale si ottengono vini rossi strutturati e adatti all’invecchiamento. Altri vitigni a bacca nera diffusi e spesso complementari al picotendro sono la freisa, di chiara influenza piemontese, e il neyret, varietà diffusa nella zona di Arnad dalla quale si ottengono vini particolarmente carichi di colore. Tra i vitigni a bacca bianca il più importante è il petite arvine, originario del Canton Vallese, che necessita di altitudine e ottima esposizione al sole per raggiungere la sua tardiva maturazione e offrire vini bianchi freschi e ben sapidi.
Le 2 sottozone della DOC regionale qui presenti sono entrambe a base di picotendro. Arnad-Monjovet è un vino rosso rubino, dal profumo tipico di violetta e quando elevato in legno anche di spezie dolci e sottobosco, dal gusto secco, morbido e ben tannico. Ormai giunti al confine con il Piemonte, la Valle d’Aosta ci saluta con Donnas: ottenuto dall’ 85% minimo di nebbiolo picotendro, è stato spesso definito “il fratello montano del Barolo”; si caratterizza per un invecchiamento minimo di 24 mesi di cui almeno 10 in botte di legno e di 30 mesi di cui almeno 12 in botte di legno per la versione Superieur, dal quale si ottiene un vino rosso strutturato, ampio e longevo.
I terrazzamenti secolari sulle rocce non ci abbandonano al confine, perché il Piemonte ci dà il benvenuto a Carema, dove il picotendro regna ancora indiscusso, ma questa è un’altra storia …
Valle d’Aosta Petite Arvine “Fleur” 2017 – Les Crêtes
Giallo paglierino brillante. All’olfatto è fine, evidenziando un bouquet di pompelmo, ananas, ginestra e fior d’acacia, integrati perfettamente con note minerali. Al gusto è fresco e molto sapido, ma equilibrato; intenso e persistente per un risultato di finezza. 93/100
Valle d’Aosta Donnas Supérieur DOC Vieilles Vignes 2014 – Cave de Donnas
Rosso rubino con riflessi granati. All’olfatto è avvolgente, liberando sentori di ciliegie in confettura e more mature, seguiti subito da viola, piacevoli note di noce moscata e in finale lievi note affumicate. Al gusto è morbido e tannico, ma non nasconde la propria freschezza; grande persistenza e finezza. 94/100