Un viaggio alla scoperta di quattro vitigni iberici quasi sconosciuti
ma davvero particolari, versatili e unici.
Il vino ci fa viaggiare, si sa, e ci porta a scoprire ogni volta mondi sconosciuti, atmosfere e sapori nuovi e sempre diversi. Così sarà anche oggi nel nostro viaggio al di là del mare, alla scoperta della Spagna dove, nonostante le restrizioni del periodo, arriveremo con il pensiero per cercare di scoprire insieme qualcosa in più di questo mondo tanto vasto quanto variegato.
Quando pensiamo alla Spagna vitivinicola – premessa onesta e doverosa prima di partire – immaginiamo subito i grandi vini rossi blasonati della Ribera del Duero e i tanto eccellenti quanto longevi rossi della Rioja (entrambi diverse espressioni del tempranillo). Lasciamo che il pensiero incontri il gusto del nobile Jerez con tutte le sue tipologie (dai freschi e piacevoli Fino e Manzanilla ai più potenti Oloroso e Palo Cortado fino al succoso Pedro Ximenez) e ci lasciamo cullare dalla dolcezza del Moscatel de Malaga, fratello del nostro Passito di Pantelleria, mai dimenticando lo spumeggiante Cava, la Malvasia di Lanzarote e i rinfrescanti bianchi della costa atlantica.
Vini e vitigni che conosciamo davvero molto bene e ai quali va il merito di averci trasmesso e raccontato l’immagine della Spagna mentre, negli anni ’90 del secolo scorso, la traghettavano verso la sua «rinascita enologica».
Ma non è tutto: in questo viaggio, infatti, vi presenterò quattro vitigni meno conosciuti ma davvero degni di nota e vi inviterò a degustare quattro vini che considero le loro migliori espressioni in monovitigno.
Una scelta certo non facile la mia, una selezione che – a mio avviso – riassume i vitigni che integrano l’immagine della Spagna vitivinicola e la arricchiscono restandosene, però, in disparte, nascosti dietro ai riflettori.
Quali? Viura, Verdejo, Bobal e Monastrell.
VIURA
La viura è la varietà a bacca bianca più allevata nella regione della Rioja dove il suolo calcareo e il clima continentale con influenze atlantiche, portano questo vitigno alla massima espressione. È impiegata soprattutto nella produzione del Rioja Blanco, dal Joven fino alla Gran Reserva, sia in monovitigno che in uvaggio con la malvasia riojana e la garnacha blanca. In Catalogna è conosciuta con il nome di macabeo e viene utilizzata principalmente per la produzione del Cava nel Penedes, insieme alla parellada e allo xarello. La prima testimonianza scritta su questo vitigno risale al XVI secolo, proprio a Tarragona, in Catalogna. Successivamente, nel corso dell’epidemia fillosserica, venne introdotta anche in Rioja, per sostituirsi in parte alle altre varietà a bacca bianca. Caratterizzata da una buona produttività è resistente al freddo e, però, molto sensibile alle muffe; gli acini sono grandi, la buccia è molto fine e di colore giallo dorato. I vini ottenuti da questa varietà presentano, di norma, un’ottima acidità, un’ottima struttura e un buon grado alcolico, caratteristiche che consentono assai spesso l’evoluzione in legno per questi vini.
Capellania Rioja Reserva 2015–Marques de Murrieta
giallo dorato e cristallino, all’olfatto è intenso e avvolgente, liberando sentori di pesca bianca matura e mandorla seguiti subito da ampi sentori minerali, un piacevole ricordo di camomilla, infine, note di brioches non invasive. Al gusto è morbido e fresco fin dal primo assaggio, con un finale sapido; struttura e ampia persistenza completano la sua finezza. 93/100
VERDEJO
Questo è probabilmente il più conosciuto fra quelli scelti, considerando che da questo vitigno si ottengono i vini bianchi secchi più bevuti in Spagna. L’immagine che per anni anche gli stessi spagnoli hanno avuto del verdejo è di un vino dal colore verdolino scarico con note leggermente vegetali e floreali, un gusto di norma fresco a volte troppo equilibrato: un vino giovane e leggero. Ma quest’immagine sta cambiando, soprattutto nella sua zona prediletta che è la Rueda, nel cuore della Castiglia Leon, dove i produttori si sono rivolti verso la produzione di qualità e la valorizzazione dei singoli vigneti. Dalla verdejo, resistente alla siccità e adatta a terreni argillosi, otteniamo vini con acidità medio-alta e buon grado alcolico, spesso adatti all’elevazione in legno.
Belondrade y Lurton Rueda 2014–D. Belondrade
giallo dorato brillante, all’olfatto è fine, evidenziando un bouquet di pompelmo maturo, fieno secco e rosmarino, integrati perfettamente con le note di vaniglia e salgemma. Al gusto è caldo e rotondo, bilanciato da un’ottima freschezza e sapidità; strutturato e persistente, rivela una grande armonia. 95/100
BOBAL
Varietà a bacca nera autoctona della denominazione di Utiel-Requena, nell’entroterra valenzano, diffusa anche nelle zone limitrofe della Castiglia La Mancha. Questo vitigno esprime il massimo grazie al clima mediterraneo con influssi continentali. Gli acini sono grossi e la maturazione è tardiva, a volte poco uniforme nella stessa pianta. Dalla bobal si ottengono vini particolarmente carichi di acidità, un tannino medio e un grado alcolico piuttosto contenuto. Questa varietà ci può regalare vini rossi da bere giovani (magari da accompagnare a una tipica Paella alla Valenciana) e, se maturata consapevolmente, anche sorprendenti vini rossi da affinamento.
Finca el Terrerazo Vino de Pago 2014– Bodega Mustiguillo
rosso rubino vivo, all’olfatto è diretto, marcato da decise note di ciliegia in confettura e ribes rosso, seguite da geranio e rosa canina, in finale giungono lievi note di incenso. Al gusto spiccano la piacevole freschezza e l’elegante tannino; buona struttura e intensità risaltano la sua finezza. 94/100
MONASTRELL
Strettamente imparentata con la mourvèdre francese, è diffusa in tutto il Levante spagnolo, in particolar modo ad Alicante e in Murcia, all’interno delle denominazioni di Yecla, Bullas e Jumilla. La monastrell ha bisogno di un clima particolarmente caldo per dare i migliori risultati, vista la sua maturazione tardiva e la sua poca tolleranza al freddo. L’acino è grande, con una buccia molto spessa di colore quasi nero, e concentra un’elevata quantità di zuccheri. I vini ottenuti presentano un colore molto intenso, sono ricchi di tannino, di acidità contenuta e con un grado alcolico piuttosto elevato: vini molto potenti!
Juan Gil Etiqueta Plata Jumilla 2016– Bodega Juan Gil
rosso rubino profondo, all’olfatto libera subito sentori di prugna disidratata e confettura di mirtilli, accompagnati da note di alloro, caffè e sul finale un lieve ricordo di cuoio. Al gusto è un assaggio subito caldo, ma bilanciato perfettamente dal tannino; possente struttura e intensità non nascondono la sua qualità. 92/100