Nato ad Arezzo, classe 1980, inizia il suo percorso nel mondo del gusto all’Istituto Pellegrino Artusi di Chianciano, per poi muovere passi progressivamente più importanti con esperienze a Leicester, al Café Restaurant Nicolay – Caviar House di Londra. Sempre nella capitale, approda al City Rhodes (una stella Michelin, in cui è di casa lo chef Gary Rhodes) in veste di capo Sommelier.
Le esperienze acquisite gli permettono di entrare a lavorare in uno dei santuari del vino londinese – il Boodle’s – come capo sommelier con la gestione di una cantina di oltre 55.000 etichette.
Racconta: “Il fatto di parlare più lingue e di aver avuto approcci diversi verso mondi e prospettive diverse mi ha cambiato in termini di vita e in termini di professionalità.”
Viaggia e impara lingue e culture, uvaggi e filosofie, dividendosi tra Australia, Quebec, Francia, Germania e la madre patria, dove torna a ricaricare il suo cuore gastronomico all’Osteria da Giovanna, roccaforte della tradizione Toscana gestita dalla sapiente cura dei sui genitori e dalla nonna: un locale che rappresenta “l’axis mundi”, il luogo da cui tutto ha avuto inizio.
Questi sono anche gli anni dei riconoscimenti importanti: nel 2007 diventa miglior sommelier della Toscana, nel 2008 vice campione italiano, nel 2009 miglior sommelier d’Italia e nel 2013 infine giunge il premio che lo consacra miglior sommelier del mondo.
Nel 2007 nasce la LUCA MARTINI SOMMELIER CONSULTING, un’agenzia di consulenza per aziende vitivinicole e ristoranti: inizia così a mettere a disposizione le sue conoscenze, la sua expertise tecnica e quella del suo team di professionisti e collaboratori.
Oltre all’attività di consulenza, dal 2015 inizia ad occuparsi anche di compravendita di bottiglie di grande pregio: nasce quindi la LM FINE WINE MERCHANT, che diventa col passare degli anni una delle aziende di riferimento per appassionati, collezionisti ed investitori. Con una selezione delle etichette più blasonate e ricercate d’Italia e del mondo, il listino “broking” racchiude molteplici tipologie di vino – e non solo – per accontentare i gusti di tutti.
Dal 2017 affianca all’attività di consulenza e brokeraggio anche una piccola selezione di vini artigianali, frutto della sua continua “sete” di conoscenza e scoperta di nuove realtà vinicole: nasce così la LM FINE WINE MERCHANT – DISTRIBUZIONE NAZIONALE.
Alla selezione delle etichette più prestigiose si affianca così quella di piccoli artigiani del vino, incontrati e conosciuti durante i viaggi e gli eventi più disparati del mondo enoico in cui ricerca i prodotti rispecchiando la sua filosofia di “bere bene”.
Nel 2019 raggiunge un altro grande traguardo, diventando il curatore del dipartimento “Vini pregiati e da collezione” della rinomata Casa d’Aste Cambi.
Accanto a queste attività si occupa anche da vicino di alcuni eventi incentrati sul mondo del vino che si svolgono sul territorio nazionale: Only Wine Festival e DiVino Festival.
Per l’Only Wine Festival si occupa della selezione delle cantine e dei giovani produttori che partecipano al salone,
Il DiVino Festival, di cui è il Presidente, è un evento che si svolge in estate a Castelbuono, in provincia di Palermo. Si occupa interamente della gestione e dell’organizzazione dell’evento, dalla selezione della cantine fino alle degustazioni.
Di seguito l’intervista a Luca Martini:
1) Ciao Luca, si parte sempre dall’inizio quando si raccontano storie: sicuramente quella più curiosa è perché hai deciso di intraprendere questa carriera? Da dove arriva l’ispirazione?
L’ispirazione di intraprendere questa carriera mi è arrivata soprattutto dalla tradizione di famiglia di produrre Vin Santo. All’inizio la mia grande volontà era quella di fare il cameriere da grande.
Arrivato però al momento di scegliere se fare il cameriere o il cuoco, ho scelto il sommelier. Era una figura che mi affascinava molto perché interagiva a stretto contatto sia con la cucina che con la sala.
2) Hai accumulato molta esperienza nel mondo della ristorazione, quale è stato il tuo percorso? Lo consideri fondamentale per approdare alla parte più commerciale della tua carriera?
Il mio percorso è partito dalla scuola alberghiera a Chianciano Terme per poi passare alle esperienze lavorative a Londra, in Australia, in Quebec, in Tailandia per poi ritornare a Londra. Ho continuato a studiare lì con “Wine & Spirit Education Trust” (WSET) e “Court of Master Sommeliers” e poi sono tornato in Italia per rimettere le esperienze e le conoscenze acquisite.
Quello che considero fondamentale per la parte commerciale della mia carriera è stata l’esperienza di lavoro londinese: oltre ad un fisso mensile avevo la possibilità di guadagnare in base alle vendite che facevo con il cliente. La precisione e il rigore sono fondamentali per poi imparare le più semplici tecniche commerciali da riportare al tavolo con il cliente.
3) Adesso stai affrontando un segmento molto delicato come quello dei collezionisti privati, un mondo sommerso, ci racconti qualcosa a proposito?
Beh, innanzitutto diciamo che ci sono collezionisti che si vogliono vantare e ci sono collezionisti che invece vogliono rimanere anonimi.
Faccio parte di questo mondo perché con la mia azienda mi occupo anche di questo: il percorso che noi stiamo affrontando è tutto basato su quello che vuol dire la sensibilità del cliente.
Ricerchiamo le bottiglie più rare al mondo in base alle loro richieste, talvolta impossibili.
Siamo riusciti a soddisfare richieste impossibili e continuiamo, tutt’ora, a fare il possibile per accontentare i nostri clienti, molto spesso cercando di rispondere a richieste folli di bottiglie rarissime da trovare nel mercato.
Il mondo dei collezionisti privati è un mondo che non conosce crisi, principalmente perché è un segmento del “lusso” molto molto importante. Ci sarà sempre qualcuno in giro per il mondo, specialmente per delle bottiglie prodotte in quantità limitata, per esempio 200/500 bottiglie, che avrà voglia di assaggiare questo prodotto. Questo fa ben si che i prezzi di queste bottiglie siano determinati dalla richiesta mondiale.
4) Come è cambiata la tua vita dopo aver vinto il concorso come migliore Sommelier del Mondo nel 2013?
La mia vita essenzialmente non è cambiata molto, diciamo che è cambiato il mio modo di approcciare il lavoro.
L’incoronamento di un sogno, un tempo breve di un mesetto per godersi il titolo e poi si fa un paio di passi indietro a guardare alla vita con nuovi stimoli e anche con nuovi obiettivi. Posso dire che il lavoro fatto prima del concorso miglior Sommelier del Mondo è stato quello principale. Il percorso per me è sempre stato molto più importante del semplice obiettivo da raggiungere.
5) Un argomento di attualità; Coronavirus: come cambierà il mondo del vino dopo questa pandemia secondo te?
Beh, sicuramente ci sarà molta più umiltà e non so dirvi come verrà cambiato, ma sicuramente il sistema di distribuzione del vino cambierà, così come cambierà il sistema di approvvigionamento per i privati: questi ultimi in questo momento hanno, e stanno ancora, sperimentando altri tipi di servizi.
Una cosa che temo forse cambierà sarà anche l’approccio delle aziende agricole per quello che riguarda il “pricing”; io spero proprio di no, perché se no sarebbe un danno disastroso.
6) Come passi le tue giornate in questo momento?
A parte fare qualche tutorial cerco di leggere, ascoltare musica e tenere sempre la mente allenata e perché no ogni tanto anche il fisico.
7) Una domanda più leggera per sdrammatizzare l’argomento precedente: preferisci bollicine, vini bianchi o rossi?
Vini rossi.
8) Una domanda secca: il più grande vino che hai bevuto fino ad oggi?
Non lo so, forse lo devo ancora bere, ci sono tanti grandissimi vini che ho bevuto, ma non vorrei classificarne uno come il più grande.
Sicuramente il più grande vino sarà stato bevuto con la più grande compagnia, bevuto in un grande momento. Al momento spero di vivere, quanto questo periodo sarà passato, altri grandissimi momenti che mi regalino le stesse emozioni che ho provato in passato, ma magari anche di più.
Detto ciò, secondo il mio punto di vista il più grande vino della mia vita ancora non l’ho bevuto.
9) Veniamo al dunque, una domanda che appassionerà chi ti legge: come ti innamori di un’azienda vinicola; conta solo il bicchiere o reputi fondamentale anche il resto come la famiglia, la tradizione, la storia…
È fondamentale tutto ma principalmente il primo innamoramento preferisco averlo privo di ogni sorta di influenza: cerco quindi di assaggiare prima il vino nel bicchiere e se questo mi stuzzica, mi ammalia, è intrigante, allora lì voglio andare a cercare sul profondo chi è che fa quel vino e perché quel vino è così.
L’innamoramento del vino, oltre che ad essere frutto del territorio, assolutamente concordo che viene anche da tutto quello che gli gira attorno, come la famiglia, la tradizione e la storia.
Preferisco sempre e comunque assaggiare il prodotto in anonimato, senza sapere nome, denominazione, quello che è: da lì parte il vero innamoramento.
10) Se non ti chiamassi Luca Martini, chi avresti voluto essere?
Martini Paolo, mio padre, per fare un Martini Luca! Credo che rifarei lo stesso percorso perché mi ha insegnato tanto e ne sono grato.
11) Tre nomi di tre colleghi che apprezzi particolarmente e perché.
Li apprezzo tutti! Il lavoro va rispettato sempre, poi ci sono stili differenti ma non mi piace fare nomi.
12) Cos’è per te il successo personale nel mondo del vino?
Autorevolezza.
13) Il futuro di Luca Martini?
Bella domanda! Siamo pronti per nuove sfide e nuove scommesse, sicuramente il futuro sarà pieno di studi e pieno di entusiasmo. Ho voglia di continuare a lavorare a stretto contatto con tutto il mio team e riuscire insieme a diventare una squadra fortissima.
14) Un messaggio al mondo del vino
Non ci facciamo prendere dalla paura, stringiamoci la mano (“virtualmente”, per ora), restiamo uniti con le vostre viti e le vostre piante e vedrete che insieme ce la faremo.