Trattoria Seguno
Via Osteria, 3 Civitella di Romagna (FC)
Tel. 0543/980523
Giorno di chiusura: da lunedì a venerdì
Ferie: Natale
Tovagliato: tovaglie di carta
Carta dei vini: vino sfuso
Coperti: 40
Disponibilità di camere: no
Disponibilità di spazi esterni: no Prezzo medio senza bevande: 20 €
SPECIALITÀ STAGIONALI
In primavera le tagliatelle con sugo di piselli, in autunno le tagliatelle al ragù, in inverno il pollo alla cacciatora.
Nel cuore della Romagna che non ti aspetti, nascosta dalla cortina di pendii verdi, che paiono disegnati col pennello, la Trattoria Seguno prende forma al termine di una salita irta, insieme a un mucchietto di casupole e alla chiesa con campanile che le stringe a sé, grattando il cielo con la sua croce.
Un’epifania che ha del miracoloso, per quanto il vecchio parallelepipedo grigio conceda ben poco alle lusinghe dell’estetica: sopra una porta a vetri la laconica scritta “osteria cucina” e i due tavoli sul marciapiede confermano che sì, l’ospite è finalmente arrivato.
Perché qui non ci si passa per caso; è la fama dei Mucciolini, famiglia che gestisce il locale, a risucchiare le auto sul cucuzzolo, oltre alla giusta fame s’intende, perché qui regna sovrana la sostanza.
La location rivitalizzante e il locale spoglio, se non spartano, lasciano presagire una cucina genuina. All’interno, nella prima saletta, un manipolo di tavolini vintage, in pura formica anni ’60, fanno compagnia al bancone del bar; un’altra saia più ampia che si apre sullo sfondo in uso nei giorni di festa e quando bussano le comitive.
In cucina officia mamma Rina con l’aiuto delle tre figlie Nadia, Franca e Giuliana, che terminata la mise-en-place si spostane in sala per affiancare il padre Paolo Giorgio – meglio conosciuto con il soprannome di “Palin” – responsabile del vino e delle bevande.
È stata la coppia, al momento di convolare a giuste nozze negli anni 70, a puntare sulla ristorazione, riconvertendo gli spazi dove la nonna paterna portava avanti da sempre il suo negozio di alimentari con piccola mescita.
Il menù, sciorinato a voce, non prende mai troppo tempo: la scelta è concentrata su poche portate, capisaldi della cucina di casa romagnola,
Per antipasto le torte salate alla ricatta, oppure semplici crostini misti, affettati, sott’oli o un pecorino che da solo vale il viaggio. Ma è sulle minestre, come sempre, che il gioco si fa duro, tanto è soda la pasta lavorata a mano e stesa al matterello.
Di volta in volta si può scegliere fra un paio di proposte; le tagliatelle, ovviamente, che qui sono un po’ più sottili del consueto, condite con ragù o piselli, spesso scortate da una ciotolina di sugo supplementare per i più golosi; ma anche i tortelli al burro e salvia, i cappelletti al ragù o in brodo, le lasagne.
Altrettanto rassicuranti i secondi, che sono preparati prevalentemente ai ferri, sia che si tratti del celebre castrato o della grigliata mista di maiale (costolette, bistecca, pancetta, salsicce), per contorno le patate al forno e i pomodori preparati anch’essi in graticola.
Con l’alternativa sempre valida del coniglio e della faraona arrosto. Casarecci i dolci, come zuppa inglese, ciambelline, crema e mascarpone.
In mancanza dell’apposita carta la casa mesce sangiovese, trebbiano termo e frizzante firmati Poderi dal Nespoli.