“Conservazione e bicchieri determinano come minimo il 50% di una buona bevuta”
Sareste realmente disposti a girare su una vecchia Prinz – la piccola autovettura prodotta dalla casa automobilistica tedesca NSU dal 1958 al 1973 – arrugginita in mezzo alla nuova Milano da bere? Forse sì o forse no, meno impegnativo se il vostro cognome fosse Elkann o Agnelli altrimenti dubito.
Lo stesso vale, in altri termini, per un vino. Berreste un grande vino in un bicchiere mediocre? Forse no neanche se il vostro cognome fosse Parker, Robinson, Bettane o Suckling a cui sostanzialmente ogni cosa è concessa.
Senza un grande bicchiere non può esistere una grande bottiglia, questo è un concetto oramai sdoganato da anni.
“Il vino è un compagno problematico” scriveva il grande Luigi Veronelli.
Considerando che la soggettività durante un assaggio è ovviamente scontata, per mantenere e per avvalorare ancora di più questa teoria, applicare quella della neutralità degli strumenti di assaggio è fondamentale.
Credo sempre di più che l’eterno dilemma del giusto bicchiere per ciascun tipo di vino – ammesso e non concesso che esista – oggi sia ancora più di moda perché l’omologazione enologica è sempre più lontana, sempre di più all’orizzonte, con il vetro al centro dell’attenzione sul palco e con un ruolo di assoluto protagonista.
Per molti, forse per troppi, l’importanza della forma del calice è per fare da “altoparlante del vino”, per veicolare le particelle olfattiva.
Nel mondo del vino non si parla più solo ed esclusivamente di profumi; il calice deve essere strumento per la bocca perché un vino lo si determina al palato e il vetro, con la sua forma, è fondamentale per capirlo.
L’importanza del bicchiere da vino, principalmente in relazione alla sua forma e capienza ma anche al materiale, è molto importante per un’ottima degustazione.
I bicchieri da vino vengono catalogati in base alla quantità di piombo contenuta nel vetro. La percentuale di piombo incide pesantemente sull’infrangibilità ma anche, ahimè, sullo spessore, la finezza del bicchiere e la qualità della bevuta.
Ora, come si determina se un bicchiere è corretto per un tipo di vino? Semplice, dal punto di caduta sulla lingua.
Il punto di caduta del vino sulla lingua è fondamentale e il corretto bicchiere da vino può essere di aiuto grazie al tipo di chiusura (ricordiamo che la percezione della parte dolce è all’inizio della lingua, l’acidità ai lati e il salato nella parte centrale, mentre l’amaro è sul fondo).
È comunque sempre più diffusa l’abitudine di usare a tavola un solo tipo di bicchiere a forma di tulipano di dimensioni importanti (in grado di contenere almeno 500 millilitri), in cui versare tutte le tipologie di vino, compresi gli spumanti.
Gettiamo uno sguardo verso il futuro mantenendo un occhio al passato: è giusto tornare alle forme corrette, perché sempre di più l’autoctonicità, il ritorno alla purezza del vitigno sdogana, come raccontavamo prima, dall’omologazione. Ogni tipologia, ogni denominazione ha bisogno di una sua forma.
Pretendiamo calici adeguati, abituiamoci a bere correttamente scegliendo il giusto bicchiere per assaporare ancora di più le differenze stilistiche, di territorio e di storia ampelografica.
Ricordate la formula matematica: Grande vino = grande conservazione + bicchiere corretto, il tutto condito da un pizzico di fortuna.
Di seguito alcuni tra i migliori produttori di bicchieri da vino:
- Stölzle Lausitz : www.stoelzle-lausitz.com
- Spiegelau : www.spiegelau.com
- Riedel : www.riedel.com
- Zalto : www.zaltoglas.at
- Sophienwald : www.sophienwald.com