Ed eccoci al Nobile, quello vero, quello di Montepulciano.
Il Nobile di Montepulciano ha una storia antichissima, così come quella del paese in cui è stato fondato.
Le origini del vino a Montepulciano risalgono secondo uno scritto al 789 dove il chierico Arnipert offre alla chiesa di San Silvestro o di San Salvatore a Lanciniano sull’Amiata un pezzo di terra coltivata a vigna posta nel castello di Policiano, così si narra.
Ritroviamo altre testimonianze a riguardo nel “Dizionario geografico fisico storico della Toscana” di Emanuele Repetti del 1833, in cui cita un documento risalente al 1350 dove si stabiliscono le clausole per il commercio e l’esportazione del vino di Montepulciano.
Anche nell’Alto Medioevo è documentato che i vigneti di Monts Pulitianus producevano vini eccellenti, tanto che nel 1500 il cantiniere di Papa Paolo III Farnese affermò che fossero vini per le tavole nobiliari.
Il poeta Francesco Redi nella sua opera “Bacco in Toscana” nel 1685 scrive che “Montepulciano d’ogni vino è Re”, parole che giunsero fino in Inghilterra alla corte di Guglielmo III.
Nonostante il leggero declino produttivo di inizio Novecento, nel 1937 viene fondata la Cantina Sociale con l’intento di commercializzare anche i vini prodotti dalle piccole aziende; inizialmente imbottigliava perlopiù Chianti, oggi però convertita in cooperativa la quale produce la maggior parte del Nobile imbottigliato.
Negli anni sessanta si assiste al risveglio della vitivinicultura, indirizzata soprattutto verso la produzione di Vino Nobile di Montepulciano tanto che nel 1980 riceve la DOCG. Viene affiancata alla denominazione Vino Nobile anche la Doc Rosso di Montepulciano, che rispetto alla prima ha una differente resa per ettaro, gradazione alcolica e invecchiamento.
L’area di produzione è la stessa, sta al produttore la decisione di indirizzarsi verso una o l’altra denominazione in base alle caratteristiche del territorio, del clima e dell’esposizione.
Ma veniamo ai nostri giorni: è stata presentata l’annata 2017 nella Fortezza Medicea di Montepulciano; un’annata definita dal Consiglio di Amministrazione e dalla commissione tecnica a “cinque stelle”.
Proprio nel 2017 la produzione enologica in Italia è stata la più scarsa degli ultimi 70 anni, anche il territorio poliziano non è stato risparmiato dall’andamento meteorologico generale, è stata stimata una perdita del 30-45% rispetto alla precedente annata.
In sintesi è stata un’annata estrema, molto povera per le gravi perdite subite a causa delle avversità metereologiche che ha portato ad una scarsa produzione, ma di ottima qualità.
Di seguito alcuni vini degustati:
Poliziano – Asinone: Naso con note di frutta scura dark, ciliegia matura ed una lieve balsamicità. La chiusura olfattiva è sicuramente votata all’eleganza. La bocca è verticale, ottima la freschezza accompagnata da un tannino preciso che la rende setosa. Il sorso estremamente piacevole. Fine e persistente: 95/100
Boscarelli: Il bicchiere regala subito frutta fresca accompagnata da note balsamiche. In bocca il sorso è abbastanza caldo, di corpo, con una buona struttura ed un ottimo equilibrio. Un nobile fine e persistente: 94/100
De Ricci: Il naso ricorda subito una ciliegia matura, in successione note floreali e tocchi mentolati. In bocca è equilibrato, di corpo, setoso e fresco. I tannini sono eleganti, al palato raffinato e armonico. Grande la persistenza: 94/100
Valdipiatta: Il primo impatto racconta di un vino fine, elegante e pulito. Un frutto rosso fresco e vibrante lascia spazio a sfumature terziarie e tostate. In bocca è sicuramente fresco con una bella sapidità sorretta da un ottimo tannino. Fine e piuttosto persistente: 93/100
Bindella – Tenuta Vallocaia: Fine, elegante, fresco e preciso; così racconta il naso. In bocca è verticale, leggermente sapido, di corpo con un tannino equilibrato in perfetta sintonia con la struttura del vino. Tocchi balsamici in chiusura: 93/100